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La Manifattura tabacchi

L’area occidentale di Venezia dove si trova Piazzale Roma e dove sta proseguendo la realizzazione della Cittadella della giustizia, un tempo era umida e paludosa. Attorno al XIV secolo una comunità monastica femminile compì lavori di bonifica e costruì il convento di Sant’Andrea della Zirada (“girata”), così detto perché qui il Canal Grande gira con una stretta ansa.
Tracce delle fondazioni e delle strutture del monastero sono state rinvenute proprio durante i lavori per la preparazione della Cittadella della giustizia. E’ stata trovata inoltre una grande quantità di materiale utilizzato in quei tempi per imbonire i terreni paludosi (immondizia, ossa di animali macellati per l’alimentazione umana, sei tonnellate di frammenti di ceramica, pietre e marmi di risulta, scarti della lavorazione del vetro, oggetti metallici di uso quotidiano) e circa trecento casse di “reperti notevoli” tra cui una testa di donna scolpita con acconciatura trecentesca, un frammento lapideo con iscrizione del I secolo dopo Cristo, statuette e un lampadario di bronzo.

Le origini della Manifattura

Il complesso di edifici destinato alla lavorazione del tabacco viene costruito nell’area compresa tra il Rio delle Burchielle e il Rio di Sant’Andrea a partire dal 1786, su iniziativa di Girolamo Manfrin. Prima l’attività si svolgeva nel sestiere di Cannaregio: alla Madonna dell’Orto e, in seguito, alla Fondamenta dei Penitenti. La nuova locazione fu scelta con spirito imprenditoriale lungimirante in quanto rivolta a ovest, verso i mercati della terraferma, in quella che già si stava delineando come la principale “porta” di Venezia.
Da documenti del tempo conservati al Museo Correr, il progetto sembra attribuibile all’architetto Bernardino Maccaruzzi. “Aveva un carattere di villa veneta con barchessa – scrive Maria Teresa Sega. – Gli edifici in pietra chiudevano un ampio cortile, con pozzo al centro, utilizzato per asciugare le foglie del tabacco al sole; intorno si aprivano laboratori, servizi, stalle per l’alloggio degli animali, depositi, macine per ridurre le foglie in farina, stufe per asciugarle”.

La Manifattura nell’Ottocento

Nel corso dell’Ottocento la zona fu tra quelle (assieme alla Giudecca e alla parte nord di Cannaregio) dove maggiormente si concentrarono le attività manifatturiere, anche per la vicinanza di importanti infrastrutture: vi si insediarono il Cotonificio veneziano (ora sede universitaria), l’Acquedotto, le Officine del gas, una fabbrica di cera, una di birra, una di conterie (perle di vetro); nel 1836 venne redatto il primo progetto per un ponte ferroviario translagunare, solennemente inaugurato dieci anni dopo dall’arciduca Ferdinando d’Austria; nel 1880 divenne operativo il primo molo della Stazione marittima.
La Manifattura è parte importante di questo “polo produttivo” e, nel secondo decennio del secolo, il complesso venne ampliato dagli ingegneri Giuseppe Mezzani e Antonio Zilli, con la costruzione degli edifici sul Rio delle Burchielle, a uso direzionale, e con la ristrutturazione degli altri spazi. Si acquisisce inoltre la chiesa sconsacrata di Santa Maria Maggiore che la Manifattura utilizzò come uffici e come deposito.
Nel tempo, rimarrà l’impostazione d’allora, con i tratti caratteristici del timpano ornamentale sopra l’edificio centrale, dell’orologio e della campana a scandire le ore del lavoro, del portale a tutto sesto, del colore rosso scuro delle murature segnate dal bianco di cornici e marcapiani, del passaggio pensile sul Rio delle Burchielle, con loggiato.
“Un disegno sostanzialmente unitario – rileva Daniela Mazzotta – che rappresenta un notevole e positivo esempio di architettura industriale moderna”.
Veste architettonica che si è sostanzialmente conservata fino ai giorni nostri.
Il Regno d’Italia centralizzò la gestione dei vari stabilimenti per la lavorazione del tabacco esistenti nell’Italia pre-unitaria, affidandola nel 1884 alla Direzione dei Monopoli di Stato. Tre anni dopo la Manifattura veneziana dava lavoro a 1741 addetti, di cui 1536 donne, le cosiddette “tabacchine”, che operavano in condizioni dure, sottoposte a rigida disciplina, ammalate di frequente, in particolare all’apparato respiratorio, ma godendo – rispetto agli operai del settore privato – di una certa stabilità d’impiego e di tutele contrattuali come la giornata lavorativa di otto ore e cinquanta giorni pagati in caso di malattia. Tutele conquistate con rivendicazioni prima spontanee e poi organizzate, confronti serrati con la direzione, lotte sindacali, denunce contro i comportamenti di certi capi, scioperi (il primo proprio nel 1884), che segnano pagine storiche del movimento operaio e femminile a Venezia.
Vi erano inoltre nelle vicinanze abitazioni popolari e un “Asilo per lattanti e slattati”, di cui ancora permane l’insegna, aperto nel 1877 con spirito filantropico dalla famiglia Giustinian e poi sostenuto da accordi con la direzione della Manifattura.

Il Novecento

Ulteriori modifiche al complesso risalgono ai primi del Novecento e al 1928, per esigenze funzionali e per la necessità di prevenire la propagazione di eventuali incendi, senza però sconvolgere l’impianto architettonico esistente.
L’attività della Manifattura continua nel Novecento, e i veneziani della zona ancora ricordano il forte odore di tabacco che pervadeva l’aria durante alcune fasi della produzione. Negli anni Ottanta circa 250 persone lavorano tabacchi di scarsa qualità, non più appetibili dal mercato. I Monopoli di Stato, nel piano di ristrutturazione dell’intero settore, ipotizzano di chiudere cinque delle ventidue manifatture esistenti, tra cui quella veneziana. In città si inizia a discutere su come utilizzare, nel futuro, un’area così ampia e comoda da raggiungere: sede universitaria o cittadella della giustizia? Prevarrà la seconda ipotesi, con tanto di stanziamento previsto dalla Legge finanziaria del 1995.
Nel febbraio 1996 i Monopoli di Stato dispongono la chiusura della Manifattura: i 178 lavoratori rimasti (e il fabbricato su Rio Terà dei Pensieri) passeranno all’Agenzia delle Entrate, con l’accordo delle organizzazioni sindacali; l’area passerà al Comune di Venezia, che il 30 dicembre firmerà il contratto di acquisizione del complesso per 97 miliardi di lire.
Il 1° gennaio 1997 la Manifattura dei Tabacchi di Venezia cessa l’attività.


  L'area di Piazzale Roma: Manifattura (rosso) e carcere (verde)

  La Manifattura tabacchi: vista dall'alto della parte centrale

  La Manifattura tabacchi: ingresso

  Operaie della Manifattura al lavoro 
(1930, foto Giacomelli, da M.T. Sega, Manifattura Tabacchi, Il Poligrafo, 2008)

  Salone con macchine per le sigarette (ibidem)

  Lavorazione del tabacco grezzo (1960, Cameraphoto, ibidem)

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Bibliografia

- Maria Teresa Sega, Nadia Maria Filippini, Manifattura Tabacchi – Cotonificio Veneziano, Il Poligrafo, Padova, 2008.
- Venezia, città industriale, catalogo della mostra organizzata dal Comune di Venezia, Marsilio editori, 1980 (la scheda dedicata alla Manifattura Tabacchi è di Nicola Randolfi).
- Archeologia industriale nel Veneto (a cura di Franco Mancuso), Giunta Regionale del Veneto, Silvana Editoriale, 1990 (la scheda dedicata alla Manifattura Tabacchi è di Daniela Mazzotta).
- Francesca Bellemo, Manifattura Tabacchi – Il pattume diventato storia, in “Gente Veneta”, 7 marzo 2007.
- Angela Frulli Antioccheno, “Mestieri da donna – Le italiane al lavoro tra ‘800 e ‘900”, www.medea.provincia.venezia.it

  • Padova - Il Palazzo di giustizia
    Padova - Il Palazzo di giustizia
  • Padova - Palazzo della Ragione, antico tribunale cittadino
    Padova - Palazzo della Ragione, antico tribunale cittadino
  • Padova - La pietra del vituperio, misura alternativa del 1231
    Padova - La pietra del vituperio, "misura alternativa" del 1231
  • Venezia - Palazzo Grimani, sede della Corte d'appello
    Venezia - Palazzo Grimani, sede della Corte d'appello
  • Venezia - Palazzo Diedo, già sede del Tribunale di sorveglianza
    Venezia - Palazzo Diedo, già sede del Tribunale di sorveglianza
  • Venezia - Palazzo Diedo - Allegoria della Giustizia
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  • Venezia, Rialto – La Giustizia
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  • Verona - Cortile del tribunale
    Verona - Cortile del tribunale
  • Verona - Palazzo della Ragione, tribunale cittadino fino al 1985
    Verona - Palazzo della Ragione, tribunale cittadino fino al 1985
  • Verona - La sede dell'Ufficio di sorveglianza, nella Cittadella della giustizia
    Verona - La sede dell'Ufficio di sorveglianza, nella Cittadella della giustizia

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